25 aprile 2021 Festa della Liberazione
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma dell'assessore alla Cultura e alla Comunicazione Istituzionale Gaetana Bruno.
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25 aprile 2021 Festa della Liberazione
L’Amministrazione Comunale contro l’odio, la violenza e le forme di discriminazione
Visto lo stato emergenziale in corso e il permanere della Puglia in Zona Rossa, anche quest’anno le celebrazioni del 25 aprile avverranno in forma non pubblica. Nel corso della giornata – come consuetudine – sarà deposta una corona preso il Monumento ai Caduti in via Calvario per celebrare la Festa della Liberazione, alla presenza del Sindaco Domenico Nisi, del Presidente del Consiglio Fabrizio Notarnicola in rappresentanza del Consiglio Comunale, dell’Assessore alla Cultura e alla Comunicazione Istituzionale Gaetana Bruno in rappresentanza dell’intera Giunta Comunale, del Comandante pro tempore della Stazione dei Carabinieri di Noci Luogotenente Giancarlo Ariano, del Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Ricci e di Giuseppe Palazzi in rappresentanza dell’Associazione di Protezione Civile “Il Gabbiano”.
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Ho scelto la vita e sono diventata libera. – Liliana Segre durante l’ultimo discorso pubblico del 10 ottobre 2020
In un anno che ci chiede ancora una volta di celebrare le ricorrenze e gli avvenimenti importanti del nostro Paese con sobrietà e prudenza, il Comune di Noci intende commemorare il 76° anniversario della Festa della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo ribadendo la propria posizione di comunità che ripudia l’odio, la violenza e tutte le forme di discriminazione e violazione della libertà individuale.
Lo facciamo confermando l’impegno preso con la nostra comunità di avviare a stretto giro il percorso di senso legato ai valori di pace, libertà e rispetto dei diritti umani, da costruire in vista del conferimento della cittadinanza onoraria di Noci alla senatrice Liliana Segre. Con l’auspicio che questo sia un punto di partenza per occasioni di partecipazione civica e cittadinanza attiva.
Liliana Segre, ragazzina sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, donna ebrea italiana colpita dalle Leggi razziali, Presidente della Commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio del Senato, senatrice che a 90 anni continua a lottare con gentilezza e intelligenza contro la violenza, la discriminazione e l’indifferenza.
Il primo passo da compiere in questa direzione, affinché il conferimento della cittadinanza alla Senatrice Segre non resti un mero atto simbolico ma anche atto politico di sostanza, è la proposta di revoca della cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Noci a Benito Mussolini. Un secolo fa, precisamente il 17 maggio 1924, anche la nostra comunità si unì agli altri Comuni italiani riconoscendo al Duce tale onorificenza.
Nessun giudizio morale su chi allora esercitò questa libertà, ma il giudizio storico sancito dalla nostra Costituzione. Possiamo essere la comunità cittadina di Liliana Segre se siamo liberi e capaci di farci esecutori dei principi ivi sanciti.
Con la stessa libertà con cui un secolo fa la comunità di Noci scelse, ci sembra doveroso oggi affermare con forza il distacco dai valori e dalle azioni del Fascismo e la volontà potente di approvare, promuovere e sostenere il cammino - avviato ma ancora lungo da attraversare - contro ogni forma di razzismo o privazione delle libertà fondamentali della persona.
Dal 25 aprile del 1945 siamo un popolo libero. È solo l’esercizio quotidiano della libertà che rende un popolo predisposto all’apertura e all’accoglienza, nella loro forma più genuina che si concretizza nella reciprocità. Accogliere è atto di assoluta libertà, in quanto è azione – sia fisica che ideale – di piena reciprocità. Accogliere Liliana Segre come cittadina di Noci significa, infatti, impegnarsi ad essere una comunità in cui una donna come la Senatrice voglia e possa sentirsi di appartenere. Significa essere a nostra volta accolti da Liliana Segre come sua comunità.
Facciamo tutto questo oggi. Una scelta simbolica. È evidente. Ma ci sono momenti, e questo lo è, in cui non c’è niente che valga la forza di verità di un simbolo.
Gaetana Bruno
Assessore alla Cultura
e alla Comunicazione Istituzionale